giovedì 25 dicembre 2008

facebook


25 Dicembre 2008 di Vaccari Carlo

il libretto di nòva24 con articoli e interviste dedicato al social network del momento, passato in Italia in 4 mesi da 500 mila a 4 milioni di utenti, contiene molte opinioni diversificate e interessanti (ne parlo anche nel corso sul web 2.0)

personalmente sono infastidito da chi si sente prigioniero, oppresso o violato: con tutti i rischi che corre la nostra privacy (telecamere bancomat tessere dei supermercati telepass gsm) preoccuparsi di feisbuc mi sembra ridicolo - fb contiene solo i dati che coscientemente ci inseriamo … profili leggeri e via!

il libricino (lo trovate in edicola) contiene tra l’altro anche un bell’elenco di social network, alcuni sconosciuti anche da noi che li studiamo

personalmente mi incuriosisce molto il numero degli amici di facebook delle persone: ci sono varie strategie, dal bulimico prendo tutto a solo gli stretti a qualche soglia limite tipo il numero di dunbar

ultimamente uso come criterio per i miei amici di fb “abbiamo mangiato insieme?” … ma non sempre lo rispetto, né in un senso né nell’altro! mi colpisce poi quanta gente ha amici solo sul lavoro: scelta cosciente o pochi contatti fuori?

da leggere un piccolo decalogo di buon senso:
“- non essere assillante, anche gli altri hanno una vita
- sii paziente, non sempre gli altri pensano che tu ne abbia una
- l’educazione è il miglior modo di riprendere contatto
- prima assicurati che sia veramente la persona che cerchi e non un omonimo
- le persone cambiano, ritrovarle vuol dire accettarle come sono adesso
- se sei gentile e disponibile, gli altri lo saranno con te
- condividere un gioco con gli amici è divertente, venti al giorno è fastidioso
- ricordati dei compleanni altrui e loro si ricorderanno del tuo
- non scrivere cose o pubblicare foto di venti anni fa che siano troppo imbarazzanti
- ricorda sempre che se non vi eravate più sentiti, forse un motivo c’era”

“Le organizzazioni efficaci sono garrule, maldestre, superstiziose, ipocrite, mostruose, ottopodi, erranti e scontrose”. Karl Weick